Un sostegno concreto per la “Mia Zanzibar”

Natale 2016.
Primo Natale al caldo.

Primo Natale sull’Isola Unguja, meglio conosciuta come Zanzibar, situata nell’emisfero australe, nella fascia del Tropico del Capricorno.
Ne sono seguiti altri due e tra non molto sarò di nuovo là.
Non è da me tornare nello stesso luogo, o per lo meno non così spesso, ma quest’isola ha toccato il mio cuore.
Potrei raccontare per ore di tutto quello che ho visto e vissuto durante i miei viaggi su quest’Isola, della bellezza perduta di Stone Town, della vegetazione rigogliosa della Foresta Jozani e delle sue simpatiche scimmiette, dei profumi delle Spezie.
Dell’immensità delle spiagge, del bianco e accecante fondale corallino, dell’eleganza e della bellezza degli alberi di baobab.
Dell’effetto ipnotico delle maree, delle stelle marine, dei pesci e dei coralli.
Della bontà dei Mango, del Frutto del Pane, del Latte di cocco quello vero, del Jack fruit.
Dei beach boys, dei pescatori di Mcocotoni o Matamwe, delle “Donne delle Alghe” di Paje, delle “Signore dei cesti” di Makunduchi
Di tante, tantissime altre cose che ho avuto il privilegio di vivere su quest’isola per me Magica.
Ma qui, in questo articolo, voglio parlare dei Bambini di Zanzibar.
La gente di Zanzibar è simpatica, allegra e ospitale ma è anche tanto povera.
La maggior parte degli zanzibarini vive in villaggi fatti di niente, in “case” costruite con fango e paglia, molto spesso senza elettricità e al limite della decenza umana.
Nonostante ciò, sono sempre contenti e non rifiutano mai un sorriso.
I bimbi, con i loro visi ingenui e con i loro enormi e incredibilmente belli occhioni neri, spuntano fuori dal nulla sulle strade, in spiaggia, nei villaggi.
Questi piccoli ‘’folletti’’ hanno fin da subito toccato il mio cuore. Vivono in povertà e sono capaci di divertirsi davvero con poco : per loro un copertone di bici diventa una sorta di ruota da far roteare, un bastone e una conchiglia si trasformano in ottima attrezzatura da baseball, una vecchia ciabatta e un bastoncino una barchetta.
Un tuffo in mare con il loro vestitino della “festa” è poi il top ! Che cuccioli !! Ogni volta vorrei portarmeli tutti a casa !!!! Ma…non posso…

Cerco però, nel mio piccolo, di fare qualcosa per loro.

Fin dalla mia prima volta a Zanzibar, nel Dicembre del 2016, ho sempre riempito la valigia di cose da portare ai bambini, vestiti, matite libri e si…anche qualche caramella…
Grazie all’aiuto di contatti locali, di amici che ho ormai sull’isola,  ho portato personalmente cose a famiglie dei villaggi di Michamwi, Makunduchi e Paje.
Loro mi hanno ripagata come sempre con degli enormi sorrisi e alcuni mi hanno permesso di cucinare con loro e pranzare nella loro “cucina all’aperto”.
Ho potuto visitare le scuole ma non di vedere i bambini all’ “opera” perché era periodo di vacanza.
Le scuole, nella maggior parte dei casi, sono come le case. Povere, a volte senza finestre e senza banchi e sedie.
Ogni volta che torno il mio bagaglio personale diventa sempre più piccolo e le valigie per i bambini sempre più grandi.
Da qualche mese sono in contatto con Suzanne, responsabile di Montessori School Nursery & Primary and Orphanage, una struttura che ospita bambini abbandonati e che si occupa di loro grazie all’aiuto di e al supporto di volontari di tutto il mondo.
Il prossimo Natale sarò di nuovo a Zanzibar e ho promesso a Suzanne di andare in Orfanotrofio a conoscerla, visitare la struttura, conoscere tutti i suoi bambini.
Approfitterò dell’occasione per portarle vestiti, lenzuola e zanzariere – come mi ha chiesto – e per siglare un accordo di aiuti economici inviandole una parte del mio fatturato.
Un piccolo sacrifico per me ma spero un grande aiuto per lei e i sui bambini.
Starò con lei il tempo necessario per aiutarla in alcuni lavori ma anche e soprattutto per passare del tempo con i bambini e cucinare con loro e per loro. Sono sicura che lasceranno un ricordo indelebile nel mio cuore e mi auguro di fare altrettanto per loro.
Passerò anche a trovare i miei amici di Michamwi, Paje e Makunduchi e porterò anche a loro parte di quello che riuscirò a raccogliere o a comprare in questi mesi.
Sono consapevole che questi aiuti non risolvano la situazione e soprattutto che non servano a rendere più ‘’autonomi’’ gli zanzibarini.
Credo però nell’importanza di piccoli gesti perché tanti piccoli gesti fanno delle grandi azioni.
Come sempre sarà al mio fianco Sandro, che io amo definire “Orso dal cuore tenero” e quest’anno sarà con noi anche la mia mamma che non vede l’ora di farsi incantare da questi piccoli nuovi amici.

Se vuoi avere qualche informazioni in più sulla “Mia Zanzibar” ma soprattutto se vuoi sapere come poter fare anche tu un piccolo gesto, contattami

Visita la pagina Facebook di Montessori School Nursery & Primary and Orphanage

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