La mia Cook’Therapy per bambini parte da una delle mie frasi preferite di Pablo Neruda.
“Il bambino che non gioca non e’ un bambino, ma l’adulto che non gioca ha perso per sempre il bambino che ha dentro di sé.“
Lasciar libero un bambino di esplorare, di creare, di sperimentare aumenta la sua autostima e lo rende consapevole delle proprie capacità e potenzialità, formando così progressivamente la personalità che avrà da adulto.
Permettere a un bambino di condividere con altri il suo spazio creativo lo stimola a scoprire il fascino delle relazioni e dell’amicizia, gli permette di affrontare il confronto senza paure aiutandolo così a diventare un adulto sicuro e con solidi principi.
Come tutto questo si sviluppa nell’attività culinaria da me proposta ?
Coinvolgendolo in maniera giocosa ad utilizzare tutti i suoi sensi, il bambino impara a riconoscere gli alimenti e a vivere tutto il potere magico e sensoriale che la cucina offre. Questa attività stimola l’apprendimento e apre porte attraverso le quali il bambino può conoscere meglio sé stesso e il mondo.
Creare con le proprie mani un impasto e trasformarlo poi in qualcosa di unico e personale sviluppa nel bambino la consapevolezza delle proprie capacità, lo rafforza e lo rende sicuro di se stesso.
Concentrarsi sulla realizzazione della ricetta, sull’utilizzo degli utensili e degli ingredienti, lo aiuta a liberare la mente da pensieri ed emozioni negative, a comprendere l’importanza della concentrazione.
Mischiare con attenzione e pazienza gli ingredienti regala al bambino momenti di calma e tranquillità ed è un’attività molto utile per aiutarlo a comprendere l’importanza di sapersi controllare e di non volere tutto e subito.
Il momento della decorazione libera la creatività, la fantasia e l’immaginazione, aiuta il bambino ad esprimersi liberamente e a mostrarsi per come è, senza paura del giudizio o della critica.
Al bambino viene data la libertà di sporcarsi o di sporcare insegnandogli poi a ripulire; di sbagliare perché solo sbagliando si impara; di fare e rifare perché è il solo modo di sperimentare ed inventare.
Adoro lasciare al bambino libero spazio creativo e trasmettergli il valore affettivo ed educativo dell’incontro e della condivisione.
Imparare a cucinare diventa così un momento magico, dove dal nulla si crea e si diventa dei Piccoli Chef.
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