Obesity day: Il ruolo delle emozioni nei disturbi alimentari

Oggi, in occasione della giornata Mondiale dell’obesità, voglio raccontarti qualcosa di me da piccola.

Obesity Day. Non trovo giorno migliore per parlarti dei miei disturbi alimentari in fase evolutiva.

Guance belle paffute, capelli ricci e…cicciottella.

Quella che vedi nella foto con il maglione bianco sono io da piccola.

Eh no,  non ero proprio filiforme e questo mi faceva sentire sempre un po’ goffa ed impacciata.

I maschietti della classe mi lanciavano spesso  brutte battutine, soprattutto quando mi mettevo la divisa da pallavolista, con quei pantaloncini azzurri che facevano vedere le mie grandi cosciotte

Cavolo, non ne vedevo mai una più cicciotta di me.

E mi sentivo sempre più a disagio e più mi sentivo a disagio più mangiavo e più mangiavo più diventavo cicciotta.

La mia mamma (che è quella bellissima donna che vedi vicino a me nella foto) e il mio papà cercavano di rassicurarmi.

“Amore, per noi sei la nostra  Tatona e non devi preoccuparti del giudizio degli altri.” Mi ripetevano in continuazione.

Ma io non mi piacevo e ogni volta che mi guardavo allo specchio soffrivo terribilmente. E poi….non volevo essere la loro Tatona, ma la loro Tatina.

Come sono arrivata ad essere in sovrappeso e a sfiorare l’obesità?

Ecco, te lo racconto proprio oggi. Oggi che è l’Obesity Day, la Giornata Mondiale dell’Obesità.

E oggi che, a distanza di tanti anni e dopo un lungo lavoro su me stessa, posso raccontartelo con il sorriso sulle labbra e il cuore leggero.

Il cibo era la mia fonte di consolazione che usavo per andare a colmare quei vuoti che sono sopraggiunti con la nascita di mia sorella, quella nanetta che, nella foto,  vedi spegnere la candelina.

Prima di lei io ero al centro del mondo.
Ero la prima figlia e la prima nipote adorata e avevo l’attenzione e l’amore di tutti.

Lei è arrivata quando io avevo 6 anni.

L’ho voluta e l’ho aspettata per tanto tempo questa sorellina ma, dopo poco dalla sua nascita, si è ammalata.
E tutti, per forza di cose (ma lo dico ora!) hanno dovuto dedicare a lei la maggior parte delle loro attenzioni.

E così, spesso, in preda alla tristezza, alla rabbia, alla frustrazione, al non sentirmi più al centro del mondo ho iniziato a mangiare robe di nascosto.

Sparivano dalla dispensa vasetti di Nutella, panini, caramelle e ….tanto altro ancora.

E così, da esile scricciolina che ero prima dei 6 anni,

ecco che ho iniziato ad accumulare chili e a entrare in quel brutto circolo vizioso del “ma si mangiamo qualcosa và, tanto non gliene importa niente a nessuno di me”.

Poi, una frase detta da uno dei miei cari mentre stavamo entrando in un negozio di oggetti antichi e delicati.

Eccola “…mi sembri un elefante in un negozio di porcellane”.

Sicuramente detta in buona fede e in tono ironico ma su di me, allora,  ha avuto un effetto “bomba” .

E bhum….da quel momento la rincorsa ossessiva a diventare magra, prima di tutto per sentirmi davvero bella agli occhi di chi l’aveva pronunciata e poi agli occhi degli altri.

Questo ha segnato ancora di più il mio rapporto con il cibo, visto sempre o come il demone da evitare o come l’unica fonte di consolazione.

Ho alternato per anni momenti di sovrappeso/obesità lieve 

a momenti di sottopeso ,

soprattutto perchè non avevo ancora fatto i conti con le mie emozioni e chiuso con alcune cose del passato.

Ma anche perchè ho sempre usato il buon vecchio e caro metodo del “fai da te”, facendomi più danni che bene.

E poi, finalmente, è sopraggiunta la serenità, la pace con me stessa e con gli altri, il capire che le emozioni negative arrivano e non dipendono da quello che accade o che fanno gli altri.

Ho finalmente realizzato che era la paura a farmi provare quelle emozioni negative, paura di perdere l’affetto, paura di non essere più la prima, paura di essere abbandonata.

Ma….da piccola tutto questo non lo sapevo e, nonostante tutto l’amore che continuavano a farmi sentire la mia famiglia, io ero pervasa dalla paura e non riuscivo a sentirlo.

E poi è arrivata la consapevolezza che il cibo avrebbe potuto essermi amico  e che prima di usarlo per colmare dei vuoti dovrei chiedermi se quei vuoti esistono veramente e trovare il modo di evitare le “finte” soluzioni.

Forse ti potrebbe interessare leggere anche il mio articolo “Come ho raggiunto i miei obiettivi” che trovi in questo link:https://www.soniavegetti.it/lifestyle/come-ho-raggiunto-i-miei-obiettivi/

E, se leggendo questo mio articolo di oggi, ti sei in qualche modo rivisto o se rivedi qualcuno a cui tieni, non aspettare di arrivare a superare i limiti e di entrare in una condizione di obesità che può essere davvero dannosa per la tua salute.

In occasione dell’Obesity Day, rifletti e chiediti se puoi fare qualcosa prima di superare certi limiti e di trasformare  le tue emozioni negative in positive.

Spero con tutto il cuore di averti dato qualche spunto di riflessione interessante.

Sonia

 

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